giovedì 30 marzo 2017

memoria

Fino a ieri pensavo che la Valle di Terragnolo stesse li a testimoniare la fatica di generazioni per strappare alla montagna un po' di piano dove coltivare il cibo necessario. Pensavo al lavoro collettivo che si era concretizzato in muri stradine e quant'altro e che noi evoluta società, stiamo mandando a ramengo. 
Si fino a ieri! Perché ieri verso la fine del selvaggio wadi (valle in arabo) che risalivo, sono iniziati i muriccioli a secco e i piccoli campi. Guardando bene il disegno costruttivo era del tutto simile a quello di Terragnolo. Tratti di muri di  una decina di metri con percorso verticale di collegamento che a mio modo di vedere funge anche per lo scarico delle acque e per limitare i danni di eventuali crolli.
Percorso posto al limite più alto dove osano solo le capre ed ove nulla si può coltivare se non la passione per il volo.
Quindi Terragnolo ne più ne meno. Ma a Terragnolo l'acqua è elemento comunque presente li no! Li l'acqua la devi portare dal profondo wadi. Ed ecco le canaline che corrono verso il fondi dei campi per alimentare poi ogni singolo campo con la fatica individuale dei proprietari mentre la fatica collettiva veniva profusa per alzare l'acqua dal wadi al canale. 
Magia osservare tutto questo ed ahimè anche qui che certo non son ricchi come in Terragnolo tutto sta andando a ramengo per evidente troppa fatica collettiva. 
Oggi condividiamo via FB io il primo, ma di fatica collettiva nulla. Forse è giusto cosi ma cavoli la memoria la memoria!