venerdì 24 marzo 2017

Racosh

Sono seduto su un terrazzo di nulla fatto immerso fra mille muri disordinati con infiniti angoli che sempre fermano l'occhio che vorrebbe fuggire su verso i monti. 
Cavi, fili, pezzi di nailon che penzolano, ciuffi d'erbe che avanzano su, stretti passaggi di terra che continuamente si diramano in qua ed il là così come in su o giù. Labirinto in cui perdersi come un po il nostro viaggio.
La nonna sta seduta qui dietro a me in silenzio. 
Bello il suo volto pieno di vita ed esaltato dal velo n'ero. Bella la sua blusa nera con infiniti ricami colorati che la contornano. Bella la sua veste che mille altre ne copre 
Mi guarda, osserva tutto in silenzio un po' come faccio io. Potrei quasi leggere i suoi pensieri a cui ormai nulla interessa se non l'osservare. 
Vede questa sua famiglia ormai ampia ma forse ritorna alla mente di quel uomo che la chiese tanti anni fa. 
Povertà di mezzi ma non pensieri e questo mi accompagna. 
Il suo nome Racosh che poi dovrebbe essere Rschele.