venerdì 3 marzo 2017

Dario

se ben ricordo arrivai all'istituto qualche settimana dopo una copiosa "infornata" di tecnici che erano destinati ad affrontare due emergenze di allora: casa e scuole. La popolazione cresceva velocemente grazie al boom del dopoguerra, ed era necessario costruire per far fronte alle nuove esigenze che prima d'allora nessuno aveva ipotizzato. 
In quella infornata c'era anche lui: Dario! Mi parve subito almeno come atteggiamento e capacità, l'unico "architetto" della infornata. Altri divennero più tardi architetti e pur con la nuova laurea acquisita andando su e giù da Venezia rimasero in fondo geometri "rifatti" ma pronti per la carriera, ammesso e non concesso sia vera carriera l'aumento dello stipendio, che alcuni di loro poi fecero al contrario di Dario.
Lui "veniva fuori" dallo studio dell'architetto Armani e si capiva subito dalla mano e dalla ordinata composizione nonché dai muri spessi 20 cm che al solo Armani erano concessi mentre i mortali dovevano fare i conti con gli impresari "cazzola e cariola" che allora operavano con muri ben più corposi.
Dario era arrivato ultimo o giu di li, al concorso e da allora capì che la selezione del personale basata sulla sola "conoscenza didattica" era una cosa da abbandonare al più presto come infatti fu fatto più in là sostituendola con la raccomandazione. 
Il sapere che un calcestruzzo deve essere fatto con tot di ghiaia, tot di sabbia, tot di cemento di tot caratteristiche e naturalmente tot di acqua, poteva suggerire certo una competenza ma nulla diceva sulla "disponibilità", "attitudine alla collaborazione" "capacità di relazione" che invece costituiscono caratteristiche basilari in un gruppo di lavoro. 
Bhe Dario aveva sicuramente le seconde, oltre le prime evidentemente, e questo consente anche alla prime competenze di continuare a crescere mentre cambiando l'ordine dei fattori non pare potersi applicare la proprietà commutativa come ben si è poi potuto considerare osservando il prosieguo della attività lavorativa.
Non oso immaginare il disastro se poi sia la competenza tecnica sia quella umana sono sostituite alla competenza "lecchino" che in fondo credo si affermò dopo la "nostra" tangentopoli.
A quel tempo, in quell'ente tutti erano "compagni"! La CGIL sembrava "una macchina da guerra" ma come al solito quella parte andò in lite per cose umane vestite di politica ma quello che mi "sconcerta" non è tanto l'aver insistito affinché Dario diventasse il rappresentante sindacale essendo persona sensata e cheta ma non aver compreso che quel ruolo fosse "tagliato" su misura per lui che a differenza dei precedenti sindacalisti rimase li a "farsi il mazzo" ed a "vendere" tessere ad ogni nuovo arrivato mentre la CGIL si "innovava" perdendo tram uno dietro l'altro.
Poi i progetti di cui ancora adesso sentiamo la responsabilità, naturalmente per quelli venuti male, quasi tutti a sentire qualcuno, perché quelli buoni sono merito sempre d'altri. Ah l'aver intuito allora la forza del marketing in luogo della forza dell'agire! 
Poi i cantieri che sono il luogo più bello del mondo per via della gente che li frequenta ma soprattutto per via che vedi il pensiero diventare reale non proprio come in Odissea 2001 ma certo esaltante. 
Le liti, le mangiate e bevute pacificatrici, gli amici assieme, Stablei quell'undici settembre assieme, la bici, le chiacchiere in libertà, le mie passioni fuggevoli, la sua Roberta, il mio cercare altro e fuori il suo stare fermo e saldo li! 
Sono certo che qualcuno dirà oggi parole di circostanza ma so che quel periodo fu magico e non perché passato men che meno come forse ancora pensa la Luisa perché, c'erano i "compagni" ma solo perché quattro tecnici "di merda" facevano divertendosi pure, il loro sacrosanto lavoro senza complicarlo troppo e non "vendendolo" per nulla ma lasciando ad altri tali effimere possibilità.