mercoledì 24 gennaio 2018

dualismo

"......temo solo che quando tornerai all'ovile tutto potrebbe essere più insignificante ...."
É dal 1999 caro Carlo Matassoni che vivo questo dualismo. 
É da quando mi spedirono nei campi profughi kosovari in Macedonia che il rientro piacevole al primo momento, diventa complesso da gestire nella normalità. Ricordo che tornavo in ufficio, parlavo con i colleghi, mi rimettevo a disegnare, prendevo il caffè alle 10,30 da buon dipendente pubblico ma la mia mente era altrove. Impossibile che qualcuno comprendesse, impossibile provare a descrivere, impossibile sentirsi a casa sapendo quello che c'è fuori. La si potrebbe definire la sindrome del cooperante comunque disadattato fuori casa ed in casa. Si diventa altro perché non si è come quelli che miseramente provi ad accompagnare ma allo stesso tempo non si è più integrati in una società locale che un po' ti guarda sempre come incapace di trovare equilibrio. Equilibrio al contrario che credo fermamente appartene proprio a questi personaggi che come me vivono su due binari che qualcuno potrebbe definire schizofrenici. 
É difficile lo so ma ce la si può fare. 
La cosa che le varie ONG dovrebbero insegnare ai ragazzi come tua figlia, che per passione si avventurano in questo mondo credo sia proprio questo dualismo a cui andranno incontro. 
Dualismo che sono convinto sia possibile vivere meglio da soli come d'altra parte fanno la gran maggioranza dei cooperatori come ad esempio Massimo Criscuolo o tanti altri che ho incontrato nella mia vita. Poi formalmente si potrà essere anche altro ma credo che solo facendo le stesse cose nel quotidiano si possa condividere una vita. 
É una maledizione tutto questo ma al contempo è un unica grande emozione che riempie ogni parte di te. 
L'importante è saperlo prima e l'importante è avere amici che accettino la "schizofrenia" come fate tu e Danilo Bisoffi.