giovedì 4 gennaio 2018

Rita de Cassia e Juan

Questa mattina mi sono alzato alle sei. Solite cose e alle sei e mezza sono andato nella leaving room per la colazione.
C'era qualcuno ma di colazione nemmeno l'ombra. Un ragazzo brasiliano mi indica un ragazzo steso su un divano davanti alla TV e mi dice che forse è lui il responsabile. Il mio autobus parte fra non molto e non ho molto tempo così decido di svegliare il tizio disteso sul divano. Lui apre gli occhi, guarda l'orologio è valsa su correndo in cucina. Addormentarsi non è un problema ma la.cosa.cosa che mi fa ridere in tanta concitazione é che il ragazzo si sistema un cappello trendy tanto per darsi un tono miseramente perduto nell'affanno del momento.
Qualcuno chiede un taxi e subito propongo di dividerlo: rapida decisione e ci troviamo in tre donne ed io diretti alla stazione. Do il mio 50% e saluto.
Ho il posto 19 al finestrino: controllo se ha tutto ed aspetto la partenza. 
Un attimo prima salgono le tre donne del taxi, due si mettono nella fila accanto ed una si siede accanto a me con un sorriso specialmente alla mia affermazione "oggi il destino vuole proprio farci incontrare"
Si parte! Lei si chiama Rita de Cassia ed alla mia sorpresa dice che il nome è diffuso in Brasile da dove viene con le due figlie. Parliamo: scopro che conosce bene Trento dove ha un amico odontoiatra come lei. Poi le vedo un passaporto italiano e conferma di avere la doppia nazionalità. Il cognome è italianissimo ma non lo dirò per questioni di privacy, e viene da Cremona. 
Mi racconta la storia del nonno emigrato da Cremona con tutta la famiglia e rimasto solo quando la famiglia decise che era meglio la pianura Padana che quella brasiliana. 
Fece lo schiavo di fatto per numerosi anni ma poi, lentamente, si affranco con il lavoro di falegname e riuscì pure a creare un benessere di chi Rita è la prova.
Scrivo tutto questo mentre un altro autobus mi sta portando a Punta Arenas. Grande città cilena al sud dove domani mi dovrei imbarcare per arrivare alla fine del mondo. 
La cosa simpatica è che nella attesta dell'autobus ho attaccato bottone con un avvocato cileno i cui nonni erano italiani di Spalato e così mi ha dato l'indirizzo e mi ha detto che per questa sera posso fermarmi da lui dato che sa che non troverei un buco nella sua città. Magie. Mai avrei pensato che l'essere Italiano aprisse tante porte. 
Ora dovrebbero essere gli italiani a riflettere.