mercoledì 17 gennaio 2018

Torri del Paine

17 gen 2018

Torri del Paine domani si inizia il giro completo. Otto giorni. Una sveglia ragazza veronese ha fatto il miracolo ed ora ho tutte le carte a posto. Ora solo gambe e cuore. Ci sentiamo il 25.

19 gen 2018 21:47

Ieri sera poi avevo intenzione di andare nel sacco presto ma tre ragazzi argentini si sono seduti con me al tavolo per preparare una pasta. Così siamo stati lì a chiacchierare sino ad oltre le undici complici anche due bottiglie di Malbeck. 
Uno dei ragazzi effettivamente il più sveglio, è pianista e direttore d'orchestra gli altri due sono violinisti. 
Ho scoperto che in Argentina non si diventerà ricchissimi, ma gli orchestrali non se la passano male. 
Uno dei violinisti poi si chiama Faruk Ed ho subito chiesto le origini. Il padre migrato dalla Siria non moltissimi anni fa. Lui porta solo il nome di quella terra e nemmeno la lingua conosce. 
Penso sempre a come molte volte nulla si comprende di queste migrazioni soprattutto quando ci riguardano.
Stamani pioviggina e le meravigliose stelle di ieri sera se ne sono andate. 
Ho smontato la tenda preparato lo zaino ed ora sto aspettando la voglia di incamminarmi per la prossima meta. Non dovrebbe essere molto distante e quindi despazido despazido.

19 gen 2018 21:48

Questa mattina il cielo era nero nero in ogni orizzonte guardassi.
Ma la Patagonia è così mutabile che in fondo al tempo non ci badi più di tanto e sai che prenderai acqua poi sole poi acqua ancora il tutto con la sola nota costante del vento.
Ho preso l'autobus e sono salito assieme ad altri sei autobus all'ingresso del parco. 
Una coda lunghissima aspettava le formalità di registrazione e pagamento della salata entrata.
La cosa comica è che paga solo chi entra a piedi mentre le macchine passano indisturbate e così i soliti furbetti per evitare l'esborso preferiscono il noleggio. 
La coda guardava il cielo sempre più nero con la paura che un acquazzone potesse mettere in discussione l'organizzazione cilena.
Ma nulla, solo quale gocciolina.
Arrivato a destinazione ho cercato il campeggio prenotato e ho subito messo su tenda con tutto organizzato.
Alle 12,30 con lo zaino leggero sono partito come un razzo per la base delle Torri: una delle gambe della famosa W.
Qualche sprazzo di sereno incominciava a vedersi ma l'impegno della salita ha assorbito ogni energia. 
Pensate che sono passato da 200 m slm a 870 m slm ma in realtà l'ascesa totale il mio altimetro la dà per 1345 m.
Questo dice molto dei sentieri di qui costruti più per evitare ostacoli che per accorciare la strada .
Alle 4,30 ero al lago glaciale e le torri erano lì senza nebbia senza nuvole solo nella loro maestà. 
Emozione. Pura emozione. 
Due giovani cileni che mi avevano preso in simpatia, al mio fermarmi e girarmi e riguardare le torri, hanno sorriso mentre dicevo loro che era la prima ma anche l'ultima volta che vedevo quel spettacolo. 
Poi la discesa, la cena frugale ma allietata da una birra ed ora il mio sacco mi attende. 
Domani salita al Seron.

19 gen 2018 22:57

La cosa più incredibile è arrivare in un campeggio quasi posto nel nulla senza alcuna connessione telefonica e trovare un WIFI efficiente ad prezzo efficiente. Beh questa volta me lo sono regalato in fondo la serata è lunga ed un po' di compagnia non guasta.
Come previsto ci ho impiegato un po' più di quattro ore ma debbo dire che lo zaino pesante da la differenza. 
Al campeggio non c'era ancora quasi nessuno e così in barba al vento teso ho fatto una doccia ma soprattutto ho curato un po' i piedi che sono quelli che risentono di più di queste tirate. La gente si va affievolendo rispetto ieri.
Domani 20 km. 
Ora vado a preparare qualcosa da mangiare

21 gen 2018 22:57

Lungo la salita quattro ragazzi cileni mi raggiungono e di li in poi di fatto staremo assieme.
Incomincia a piovere forte ma non c'è altro da fare che avanzare.
Di li un po' la pioggia incomincia a diventare neve, più un po' più su nevica come mai. 
Tutto diviene bianco. 
Ma non c'è vento e così la paura del vento si trasforma in timore del freddo. Ma meglio questo che il vento.
Dopo meno di tre ore i ragazzi gridano "siamo al passo, siamo al passo!" Siamo tutti felici. Tutto è bianco salvo il ghiaccio che sta un po' sotto e che sembra avere una sua luce.
La sensazione è superba: 1200 m ma sembra di essere oltre i 3000. 
Una foto e via: si gela! 
La discesa nella neve è dolce ma diventa un inferno quando riprende a piovere.
Sono fradicio! Ho anche inzuppato un piede per attraversare un rio. 
In discesa i ragazzi rallentano. Arrivano gli altri cileni. Hola don Fabio! Ormai sono diventato per tutti don Fabio.
Allora la composizione della carovana è più o meno questa: quattro ragazzi cileni, altri cinque ragazzi più cresciuti sempre cileni, quattro ragazze cilene, due uomini cileni, una coppia israeliana, una coppia tedesca che non socializza con nessuno e con cui nessuno socializza ed una famiglia cilena con la ragazza di una trentina d'anni ed infine una coppia lui australiano lei cilena.
Quando si entra nella mensa è in hola Fabio, hola Santiago, hola Laura.....e vía così.
Tutti chiedono: "Como estay?".
Quattro giorni sullo stesso percorso duro di montagna con la stessa mensa sto valutando una buona soluzione per capire di che relazioni siamo fatti.

20 gen 2018 22:57

Non so bene da dove partire per raccontare questa giornata.
Direi da ieri sera: dopo aver montato la tenda e prima di preparami la cena, arriva il guardia parco che cercava un uomo (anziano lo aggiungo io lui era troppo cortese) che aveva due bastoncini azzurri. 
Il ragazzone incomincia a dirmi cos'è che più o meno già sapevo ma che dalle sue labbra mi inquietano un po'. 
Il passo che mi attende è particolarmente difficile per via delle condizioni meteo cosa abbastanza evidente anche dalle nostre parti.
Il vento raggiunge i 130 km all'ora ed è difficilissimo avanzare se non stare in piedi.
Mi descrive il sistema di sicurezza e mi invita se necessario, ad usare i due shelter che stanno sulla cima.
Un bel po' di apprensione anche perché subito dopo, alle sette, inizia a piovere. 
Mi butto in tenda chiudo tutto e provo a dormire. Alle nove diluvia! E così alle 10.
Incomincio a preoccuparmi. Tra una pisolo e l'altro sento sempre diluviare. 
Alle 5 sento che i ragazzi vicino alla mia tenda stanno armeggiando per partite. É buio, ma il colpo per buttare via un po' di pioggia dal telo della tenda lo percepisco chiaramente.
Mi alzo! Sacco riposto, materassino arrotolato, preparo lo zaino poi esco nella notte per mangiare un po' e farmi un caffè! 
La piccola baracca che funge da cucina, mensa ed altro è piena di gente! Fornelli che scaldano acqua o cereali, gente che prepara lo zaino.
Mi faccio il caffè mangio l'ultimo panino con formaggio e salame, bevo il caffè per riscaldarmi.
Torno alla tenda la levo e la ripongo in una borsa al fine di non inzuppare tutto.
Alle sei e mezza saluto i miei amici di avventura ed esco imboccando il sentiero che subito si innerpicato.

21 gen 2018 22:57

Questa mattina mi sono reso conto che è domenica ed è il 21 di gennaio! 
Due mesi esatti che sono a zonzo! Due mesi trascorsi in un baleno conoscendo nuove persone, ridendo con nuovi amici, ammirando luoghi inaspettati, solitari e immensamente forti per naturalezza.
Stavo pensando allo sforzo ogni mattino ad ordinare le cose, riporre il sacco, piegare il materassino, levare la tenda magari circondato da una marea di zanzare come oggi. 
Mangiare più o meno qualcosa con il timore di non averne a sufficienza per i prossimi giorni e quindi controllando la fame. 
Due mesi non tutti così per carità ma certo queste parti più selvaggio sono quelle che ti toccano di più e più di ogni altra cosa ti fanno sentire lontano da casa, dalle comodità, dalle apparenti sicurezze. Forse questo modo di percorre il mondo da scoprire cose, umanità, solidarietà, che la civiltà ci ha lentamente sottratto grazie alla richezza.
Ora molo tutto perché le zanzare stanno avendo la meglio sulla mia pazienza,: meglio camminare!

21 gen 2018 22:57

Per fortuna il tempo è buono ma mi domando come avrei fatto o come tutti i campeggiatori avrebbero fatto se avesse piovuto.
Non c'è nessun spazio coperto e riparato per sedersi, cucinare un po' e fraternizzare.
Ora siamo dispersi su vari tavoli sparsi per il prato ma soprattutto spazzati dal solito vento Patagónico.
Ceneró presto e male sperando che domani sia meglio anche se ho qualche perplessità. 
Oggi i guardia parco hanno controllato i documenti. Non sarei passato se non avessi tutto un ordine. Domani si incomincia a salire ma tutti ti spaventano per la giornata successiva. Pare una maratona fra motene, sassi sciolti e quanto altro.
Vedremo ma so che sarà l'ultima fatica per questo giro


21 gen 2018 22:57

Lo so non di deve mai generalizzare e quindi mi limiterò a dire "quella ragazza dal forte accento statunitense" è un esempio della strafottenza, poca educazione, ignoranza ed arroganza che mi pare ahimè imperversare in una certa società. 
Ero sceso a valle dove l'apparenza della avventura credo in fondo rifletta l'apparenza della vita.
Non vorrei essere così duro, non vorrei anche perché in fondo so che per censo, educazione quella è la società a cui anch'io appartengo. 
Ma ieri sera arrivato al rifugio Grey, lasciati i miei giovani amici cileni, lasciata la bella coppia israeliana con cui in un lungo tratto abbiamo parlato dei problemi di quell'area senza falsità ma con il cuore e la speranza che mi hanno regalato, lasciata la famiglia del minero che con una forza di volontà innaudita si tirava su per quei sentieri con il suo bastone
, lasciate le ragazze cilene con cui il terzo giorno sembrava di rincorrersi, lasciato tutto questo mi sono sentito altro nel mondo Yanke che mí circondava fatto di fiumi di vino a birra a prezzi assurdi di parole gridate di gesti eclatanti. Poi, stamani li guardavo mentre con la guida se ne andavano a camminare per una oretta su per il monte. 
No no no questo tradisce l'essenza del monte è direi dell'uomo. 
Mi spaventano questi Stati Uniti e non solo per Donald Duck ma pet tutti tutte le ducks che lo seguono è altro non sono che la decadenza.