venerdì 21 ottobre 2022

barbari

Una marshukta mi porta lentamente su verso il monastero. Alla partenza è affollata quasi all'inverosimile. Le vecchie matrone sedute pesantemente avanti, le donne di mezza età a metà ed infine le giovani con i giovani in fondo o aggrappati ai sostegni del corridoio. Ogni tanto si ferma scende qualcuno e poi riparte per l'erta salita.Alla fine restiamo in pochi e l'autista grande e grosso come il pulmini dice:"monastery".

La porta piccola tagliata nella grande, ha due scalini per essere superata e la testa si deve piegare. Mi ricorda Betlemme. Qualcuno poi mi dirà che è per le mucche che così non entrano ma a me mi paiono entrambe buone ragioni.
C'è un po' forse molto, disordine. Cantiere che non va avanti ma occupa quel benedetto spazio.
La bocca rimane aperta, gli occhi si illuminano.
Non c'è tempo di pensare ad altro se non all'infinito che ti circonda.
1156.... scrivo una data per non dire 12 secolo che pare senza tempo.
Mille e mille storie son raccontate li su quei infiniti muri. Qualcuna la seguo, la riconosco altre no.
Penso al nostro romanico ed a questo costruire. Un abisso. Noi eravamo barbari.
Entro nella chiesa principale. Un affresco pare diverso o forse solo restaurato. No no è un mosaico così infinitamente piccolo da sembrare pittura.
Qualcuno mi dice essere oro vero le tessere, mi dice anche i chili ma i chili li lascio ai banchieri.
Fuori una scala erta su verso il Sinai a ricevere le leggi.
Oggi quella scala è diventata il pulpito per la nostra pia religione che deve "guidare".
O quanta semplicità e verità in quelle pietre.
I turisti arrivano 15 minuti e ripartono. Società del tempo perduto e soprattutto della conoscenza perduta fatta solo di informazioni controllate.
Me ne ritorno in valle ho bisogno di un buon bicchiere di vino rosso dove rifugiare i miei pensieri.

Mosaico


Particolare



Cupola

Affreschi


Iconoclasi