martedì 3 aprile 2018

atlante

Quando ero bambino nella libreria di casa c'era un vecchio atlante geografico sul quale perdevo ore ed ore a studiare le mappe, immaginare i luoghi.. Oltre le mappe l'atlante conteneva una serie di fotografie rigorosamente in bianco e nero che descrivevano le mappe precedenti o seguenti. Erano queste foto che concretizzavano i voli di fantasia che la mente faceva.
Già allora il Magellano che c'è in me era al lavoro. 
Fra le fotografie ve ne erano due che più di altre mi rapivano la mente. Una era delle mangrovie dove bazzicava Salgari l'altra riguardava delle strane canoe fatte di paglia in un lago con strane case fatte sempre di paglia e con uomini e donne che spingevano con lunghe pertiche le barche. La didascalia diceva: lago Titicaca Perù/Bolivia. 
Complice anche il nome che faceva sorridere e consentiva di ripetere all'infinito una parola altrimenti non carina, quel nome mi ha accompagnato per tanti anni.
Oggi ci ho messo le mani in quel lago, ho messo i piedi su quelle isole di canne e nemmeno i soliti Yankees sono riusciti a rovinare il mio momento magico.
Quando i tuoi sogni si fanno reali senti dentro una sorta di felicità per la vita che nulla può scalfire. 
Sentire quell'acqua, calpestare quelle canne è stato come ritornare su quel atlante e comprendere come una foto, una immagine, uno scritto, alle volte sono più importanti della realtà.


PS: il mio ristorante dove ho scritto questo mentre mangiavo cose peruviane buonissime