domenica 22 aprile 2018

museo

Vi volevo tediare con uno splendido museo che ho incontrato sulla mia strada. L'edificio ed il restauro che sono stati fatti mi hanno riempito la mente e devo dirvi che all'uscita attraverso il personale del museo ho fatto arrivare i miei complimenti al collega di Quito. Peraltro al pregievole e per niente banale restauro e alla splendida collezione di reperti anche molto bene organizzata non mi hanno convinto per nulla i commenti allo "spirito" del tempo con la solita proiezione culturale occidentale su ciò che occidentale non è per nulla. 
Io non so se gli sciamani erano tanto diversi dagli stregoni o dai sacerdoti, non so il mondo di qua o di là ha il medesimo valore che noi attribuiamo ma so che tutto questo crea quella sorta di legame ancestrale che forse dovrebbe essere valutato con un po' più di attenzione. 
Comunque è un filo di ricerca che proverò ad approfondire.
Al museo sono stato seduto davanti a .....cosa sia proprio non saprei... anche se la fantasia, non la scienza, ha lavorato molto per comprendere e mi piace pensare che sia un "libro" un po' come quello che sto scrivendo ora sulla tastiera. La cosa mi è nata sapendo che da queste parti la forma di scrittura praticata era la medesima che noi ma anche i mussulmani, poi qualcuno dice che siamo diversi, pratichiamo da sempre con la fila di semini che unicamente devono a ricordarci qualcosa che con il tempo è divenuta una preghiera. 
La più banale forma di scrittura dico sempre è il nodo al fazzoletto! 
Immaginate quindi cosa poteva essere quella specie di quadrato con tanti pezzi diversi.
Tempo, tempo servirebbe. 
Ma voglio finite con una cosa che mi ha fatto sorridere: entrando nella chiesa di San Francesco all'ingresso ci sono due scritte direi appropriate ma ahimè una volta entrati ti viene voglia di gridare la seconda frase dalla opulenza che la chiesa manifesta .
Magari in futuro qualche museo spaziale descriverà il tutto come progresso della umanità...